Segesta

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La sudataccia

 

 
Il giorno successivo optiamo per San Vito lo Capo, Riserva dello Zingaro. La giornata è calda, la temperatura sfiora i trenta gradi, il sole è una palla gialla e accecante in cielo. Una breve sosta alla Riserva del Cofano, meravigliosa e deserta tra scogli, vigilata dalle pareti rocciose della montagna e poi via alla destinazione prefissata.

Gabriella si accorge di non aver portato i pantaloncini corti e cerca un negozio per acquistarli. Io abbigliato con Jeans, non prevedendo una simile caldo, li ho lasciati in camera. Pazienza soffrirò!

 
 
Dopo una breve “sbirciatina” alla cittadina, ancora assonnata e reduce da qualche sagra domenicale, ci dirigiamo all’ingresso ovest della Riserva dello Zingaro. Sin dall’inizio rimaniamo ammutoliti dal paesaggio che ci accoglie. I colori del mare variano dal blu intenso all’azzurro madonna e  verde accanto alla riva.

 
 
 
La montagna che degrada verso il mare è cosparsa di cespugli di oleandro, mirto e rosmarino fioriti, agavi e pinetti marini sparsi ovunque tra le rocce gialle e rosse. A monte pareti giallastre macchiate di erbe spontanee e cespugli nani. Difficile descrivere il paesaggio, molto meglio memorizzarlo e fotografarlo.  Sporadicamente s’intravvedono piccole costruzioni adibite a zone di ristoro, dotate unicamente di tavoli e panche in legno, oppure a basi per  i custodi della Riserva. Regna un silenzio assordante, interrotto unicamente dal ritmico sciabordio delle onde sugli scogli.
 
Sono le tredici passate, sudiamo come schiavi ma proseguiamo lungo il sentiero. Arrivati alla Grotta dell’Izzu, decidiamo d’interrompere la camminata e tornare. Questa volta percorrendo il sentiero che costeggia il mare. In una caletta sono raggruppati i bagnanti, alcuni arrivati con barche altri seguendo il “percorso basso”. Non l’invidiamo, anzi ripartiamo immediatamente lasciandoli a friggere al sole i loro corpi spalmati di pomate anti eritemi solari.

 
 
Poco dopo ci accoglie una di quelle zone di ristoro, ombreggiate e deliziosamente visitate dalla brezza marina.  Senza questa sosta e la dovuta “carburazione” con panini acquistati a San Vito lo Capo, saremmo periti miseramente sul sentiero della Riserva !!!!

 
Decidiamo, quindi, che il giorno successivo l’avremmo dedicato a qualcosa di fisicamente meno “impegnativo” : la visita al centro storico di Trapani.

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